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Rinviato il referendum sul taglio dei parlamentari: da decidere la nuova data
Dopo la chiusura delle scuole, è arrivata oggi la decisione su un altro tema caldo del momento, lo slittamento del referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo. Il Consiglio dei ministri, convocato per questa mattina, ha deciso di «sospendere» il referendum , avendo tempo fino al 23 marzo per decidere la data entro la quale tenerlo. Tra le ipotesi più accreditate è che possa slittare al 17 o 24 maggio.
I timori sulla campagna
La data del 29 marzo è stata considerata troppo ravvicinata, data l’emergenza sanitaria, che impedirebbe una vera campagna informativa ai cittadini. Le forze politiche fino a ora si sono divise e molti chiedono uno slittamento anche tecnico, di poche settimane. Tra i contrari alla conferma del voto c’è il Partito radicale, che ha scritto in una nota: «Votare il 29 marzo e’ un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini, cosi’ come configurato dall’articolo 294 del codice penale. Siamo di fronte a una violazione del diritto dei cittadini ad essere informati».
Il no di Forza Italia
Una delle ipotesi è abbinare il referendum alle elezioni regionali. Ipotesi respinta da Forza Italia, come spiega il senatore Andrea Cangini: «Prima hanno cercato di impedirne lo svolgimento, poi hanno cercato di silenziarlo, ora cercano di falsarne il risultato. L’idea, cara al Movimento 5stelle, di abbinare il referendum sul taglio della rappresentanza parlamentare alle prossime elezioni regionali è inaccettabile: si vota solo in 5 regioni e il risultato sarebbe perciò falsato a livello territoriale».
Lo scontro politico
Lo scontro sul referendum è stato finora soprattutto di natura politica. Perché si pensava che, nell’attesa del probabile sì al referendum, che taglierebbe di molto il numero dei parlamentari, un’eventuale accelerazione verso il voto porterebbe al rinnovo del Parlamento con le vecchie regole. E in tal caso ci sarebbe un numero superiore di seggi, il che potrebbe essere allettante per chi teme di non essere rieletto nelle nuove Camere di dimensioni più ridotte. Ma il diffondersi del coronavirus sta mettendo in discussione anche questi giochi politici e al momento resta difficile immaginare una crisi di governo durante un’emergenza di portata nazionale, che non si prevede di rapida soluzione.