Lunedì , a partire da Agropoli, avranno inizio i dibattiti pubblici, previsti dalla normativa, su una opera strategica come la ” bretella Eboli/Agropoli” .Il rischio è, come già avvenne con ” l’alta velocità” , che i tecnici vengano a presentare sui territori un pacchetto progettuale già definito . Cosa che, mi sembra , non colga lo spirito della normativa. Si tratta di una opera strategica che coglie una esigenza reale, che è quella di consentire di superare gli attuali imbuti viari che rallentano i flussi turistici da e verso il Cilento ( ma io direi anche da e verso la costa del Sele.) ma che, per come concepita, finisce per configurarsi come un elemento punitivo per l’intera Piana del Sele. Il rischio di creare una contrapposizione fra territori è cosa assolutamente da evitare.
Questo dovrebbe essere sempre ben chiaro ai livelli istituzionali , sovra comunali, che pensano interventi di questa portata! Ci sono. Modalità diverse per rispondere ad esigenze reali?
Io credo proprio di sì!- La realizzazione del secondo svincolo ad Eboli ( cosa che chiediamo da anni e che sta nel PRG di Eboli) non può non essere anche a servizio della città e del territorio; – c’è una viabilità già esistente, a partire dalle Provinciali che scendono verso il mare da Battipaglia e da Eboli Perché non intervenire sul potenziamento e la messa in sicurezza di quelle? Piuttosto che realizzare una nuova arteria che corre parallela alla provinciale, tagliando decine e decine di aziende agricole, ed in una zona a rischio esondazione. – C’è l’Aversana , mai completata, che ancora non si immette sulla autostrada.- Sulla SS.18 , una volta si parlava di ” complanari” per evitare che il traffico locale incrociasse quello di lunga percorrenza. Una opera strategica non può attraversare un territorio, senza portare beneficio anche ad esso. Nel frattempo sui territori interessati tutto sembra tacere ai livelli istituzionali.
Le risposte sembrano essere di carattere meramente burocratico.La politica, sembra non emergere! Ma intanto il malumore cresce.. Nei vari comuni nascono comitati spontanei.
Cresce la voglia di capire, di dire la propria idea. Occorrerebbe raccordare tutto questo fervore , arrivando ad avere una visione unitaria del modo come affrontare problemi che nessuno vuole negare, ma che affrontati nel modo in cui si prospetta finiscono per creare solo malumori e tensioni. Da mesi proponiamo alle Amministrazioni Comunali delle realtà più grandi dell’area della Piana del Sele, che è arrivato il momento di una ” conferenza Programmatica” di tutta l’area e di tutti i comuni che , in un modo o nell’altro, gravitano sulla Piana. Una conferenza in cui vengano coinvolti tutti i soggetti istituzionali, le OO.SS., il mondo della produzione e della cultura, il mondo ambientale, le forze politiche, per definire un disegno unico di sviluppo da presentare ai tavoli Provinciali e Regionali. Se perdiamo o fondi PNRR, rincorrendo singoli ed estemporanei interventi, si commetterà un errore storico che segnerà in modo negativo, il nostro territorio per i prossimi decenni .