MOZIONE FINALE
L’assemblea organizzativa nazionale del SICeT tenutasi a Riccione il 13 e 14 novembre
2023, presente il segretario confederale Andrea Cuccello, assume la relazione
introduttiva del Segretario Generale con gli arricchimenti del dibattito.
L’assemblea si riconosce nella manifestazione nazionale del 25 novembre p.v. indetta
dalla Cisl per rendere visibili i risultati concreti ottenuti mediante il confronto con il
Governo e per perseguire ulteriori miglioramenti della prossima manovra di bilancio,
fermo restando che permanendo una grave carenza di interventi nell’ambito delle
politiche abitative il Sicet proporrà ulteriori iniziative di mobilitazione.
Inoltre l’assemblea sostiene la proposta di legge per la democrazia economica
promossa dalla Cisl e per la quale ha fattivamente contribuito mediante la raccolta
delle firme.
Nel confronto tra i delegati viene rimarcata la grave situazione di disagio e precarietà
abitativa presente nel nostro paese, sia sul versante dell’edilizia pubblica sia su quello
dell’edilizia privata, con condizioni di povertà così estese che ormai interessano milioni
di famiglie, e la necessità di rinnovare le priorità per la nostra organizzazione tra gli
obiettivi indicati nell’ultimo Congresso del SICET.
Non abbiamo, quindi, oggi la necessità di ridefinire totalmente la nostra analisi e le
nostre proposte sulle quali ci siamo confrontati in modo approfondito nel congresso
passato, che qui riconfermiamo integralmente, ma ci assumiamo comunque
l’incombenza di puntualizzare il progetto organizzativo e programmatico della nostra
struttura, di sintonizzare e rendere utile l’azione di tutela sindacale, dentro a un
contesto sempre più difficile e greve per i soggetti della domanda abitativa che il SICET
intende e ha sempre inteso rappresentare.
Quello che serve in questo momento a livello nazionale è
• un intervento normativo specifico sulla gestione locale dell’emergenza sfratti che
gradui la concessione della forza pubblica nelle esecuzioni, garantisca il passaggio da
casa a casa delle famiglie sfrattate, obbligando i Comuni a intervenire
preventivamente sulle condizioni di maggiore difficoltà togliendo loro ogni alibi
• il rifinanziamento dei fondi affitto e per la morosità incolpevole con criteri e tempi
di erogazione certi e la verifica della reale efficacia dell’intervento in relazione al
recupero delle situazioni di sfratto o al mantenimento della locazione
• un Piano Nazionale per l’ERP che aumenti l’offerta di alloggi a canone sociale,
blocchi ogni piano di alienazione o valorizzazione del patrimonio, recuperi le decine
di migliaia di alloggi pubblici sfitti, intervenga sul degrado fisico e sulla rigenerazione
dei quartieri popolari, preveda quote certe di edilizia pubblica negli interventi di riuso
urbano
• una nuova definizione di alloggio sociale che riconsegni l’edilizia popolare alle sue
finalità d’istituto originarie senza equivoci lessicali e ideologici.
• un freno normativo agli affitti brevi delle diverse piattaforme e, in generale, a quelli
delle singole stanze, che regolamenti la materia e fornisca ai Comuni gli strumenti
amministrativi decisionali per intervenire in tal senso
• la difesa e la sicurezza del territorio, la salubrità dell’ambiente, la riqualificazione
energetica
• la riforma del catasto che adegui i valori catastali, ai fini fiscali, ai valori di mercato.
Nessuna proposta di gestione dell’emergenza e di allargamento dell’offerta pubblica
di alloggi popolari potrà mai risultare efficace, se non si interviene subito a riformare
la Legge 431/98:
• mantenendo esclusivamente il regime del canone concordato, fatti salvi gli
immobili di particolare pregio, da definirsi a livello locale sulla base di criteri e modalità
preventivamente definiti a livello nazionale che costituiscano norma di riferimento
• abolendo, in ogni caso, la cedolare secca su tutti i regimi diversi dal contratto a
canone concordato
• reintroducendo una norma specifica di tutela del conduttore sui “patti contrari alla
legge”
• consentendo la risoluzione del contratto in scadenza esclusivamente per necessità
del locatore e anticipata solo in caso di morosità del conduttore.
Il Progetto Organizzativo
L’obiettivo generale di uno sviluppo del SICET, inteso sia come crescita della base
associativa, sia come potenziamento delle capacità di rappresentanza e contrattazione
delle nostre strutture sul territorio, richiede una programmazione organizzativa, a livello
territoriale e regionale, che metta in processo i seguenti elementi essenziali:
➢ lo sviluppo del radicamento organizzativo e del tesseramento
➢ il riordino e il miglioramento dei rapporti di convenzione SICET/CISL nelle situazioni
territoriali in difficoltà
➢ la realizzazione di condizioni crescenti di autonomia economica delle strutture
SICET
➢ l’allargamento della militanza
➢ la formazione dei gruppi dirigenti
➢ la preparazione e l’attuazione di percorsi formativi di carattere nazionale, da
coordinare con eventuali programmi formativi regionali, anche in collaborazione
con la CISL
Sul tesseramento è necessario concentrare la nostra attenzione a livello territoriale su
queste linee:
– potenziare l’intervento di assistenza e vertenziale sul settore pubblico, con delega
sindacale, negli ambiti locali di maggiore insediamento ERP
– rafforzare in tutti i territori l’intervento e il ruolo SICET nelle attività di sportello per
sostenere l’accesso alle prestazioni pubbliche in materia di assistenza e tutela della
condizione abitativa (domande case popolari, anagrafe dell’utenza…)
– accrescere la militanza valorizzando l’apporto fondamentale di attivisti e militanti, sia
provenienti dalle categorie CISL (in particolare modo dalla Federazione pensionati) e
dall’ANOLF, sia provenienti da situazioni d’intervento SICET
– costruire le basi per il reclutamento di quadri giovani, anche attraverso l’impiego dello
strumento del servizio civile, con progetti diretti o in collaborazione con Anteas o altri
Enti, allo scopo di preparare possibili percorsi di ricambio dei dirigenti e per assicurare
continuità di servizio e di presenza sul territorio.
La titolarità dell’intervento sui contratti di locazione è del SICET.
Nel rispetto dei diversi ruoli e missioni di servizio e rappresentanza serve una più definita
regolazione del rapporto fra strutture SICET e sistema CISL, in particolare i CAF, affinché
da detto rapporto ne consegua un incremento del proselitismo SICET e dell’attività del
sistema tutto.
Le attività che appartengono alle funzioni del SICET non devono essere delegate e,
quando pure si renda necessario un intervento sinergico, questo deve assumere modalità
che valorizzino sempre la rappresentanza e il proselitismo sindacale, in coerenza con i
costi tessera definiti dal Regolamento e dalle Convenzioni.
Il SICET è, fra le associazioni di scopo della CISL, la sola che nei territori sviluppa
un’importante attività di proselitismo e di rappresentanza sindacale su settori di disagio
sociale che altrimenti non sarebbero intercettabili con nessun altro appello organizzativo,
nemmeno quello mediato dalle attività di servizio erogate dal «Sistema Servizi CISL».
L’Assemblea ribadisce convintamente l’impegno a proseguire sul progetto di sviluppo del
SICET come Sindacato inquilini dentro la CISL, organizzando la rappresentanza degli
interessi e dei bisogni abitativi degli inquilini, siano essi lavoratori o pensionati,
disoccupati o inoccupati, precari o con lavori saltuari e irregolari, studenti o altri soggetti
portatori di un disagio
Ordine del giorno
“Fermare i bombardamenti a Gaza”
Condanniamo l’attacco criminale e terroristico di Hamas da cui sono scaturite le
vicende drammatiche di questi giorni nella striscia di Gaza e su tutta la Palestina,
le quali rappresentano un dramma che sta generando una catastrofe umanitaria,
con migliaia di morti fra cittadini inermi, molti dei quali donne e bambini indifesi.
Condanniamo ogni forma di terrorismo e violenza e il ricorso alla guerra come
strumento di risoluzione di ogni contrasto.
I bombardamenti e l’assedio che sta attuando lo stato di Israele colpiscono,
innanzitutto, la popolazione civile palestinese, privandola di casa, cibo, acqua
ed elettricità.
A tutto questo si aggiunge la preoccupazione di un allargamento del conflitto
che rischia di coinvolgere anche altri stati della Regione mediorientale, con la
possibilità di una guerra dalle conseguenze imprevedibili.
Una vicenda drammatica che si aggiunge agli altri conflitti bellici già presenti in
tutto il mondo e anche in Europa, che contribuiscono a rendere
drammaticamente possibile il ricorso alla guerra con armi nucleari.
L’assemblea organizzativa del SICET:
• esprime la sua preoccupazione per la catastrofe umanitaria che si sta
creando e continuerà a crearsi con il proseguimento dei bombardamenti
che coinvolgono la popolazione civile palestinese a Gaza
• chiede il rilascio di ogni ostaggio israeliano e dei prigionieri amministrativi
palestinesi
• chiede l’immediata cessazione delle operazioni belliche e di ogni forma di
violenza sulla popolazione civile, utilizzando lo strumento diplomatico per
riprendere il dialogo fra le parti, consentendo il flusso degli aiuti umanitari
alimentari e sanitari alla popolazione colpita
• chiede il rispetto delle risoluzioni Onu sulla situazione palestinese
• afferma che una soluzione duratura e accettabile del conflitto israelianopalestinese può essere raggiunta solo attraverso mezzi pacifici e con il
principio dei “due popoli, due stati” con il riconoscimento dello stato di
Palestina da parte dello Stato italiano.
• ribadisce quanto già affermato nell’ultimo Congresso di impegnare
l’organizzazione a chiedere al Governo italiano di attivarsi per una
risoluzione pacifica e non violenta del conflitto in atto in Palestina e di ogni
altro nel resto del mondo, nel rispetto dell’articolo 11 della nostra
Costituzione nata dalla Resistenza
RELAZIONE DELLA SEGRETERIA: relazione della segreteria