La Principessa Asia
“-Andiamo, piccola. E’ tardi, è ora di dormire”.
“-Allora nonno, raccontami una storia”.
“-Piccola mia, tuo nonno non si ricorda nessuna storia. Le uniche cose che mi ricordo sono la guerra e il lavoro nei campi, ed entrambi non sono racconti da narrare ad una bambina”.
“-Ma, nonno, io sono grande”.
Il nonno non era preparato a questa risposta e sorrise.
“-Non si è mai troppo grandi per certe storie”.
“-Allora, nonno, raccontamene una più bella, che parli di principesse e draghi, di principi azzurri e cieli azzurri”.
“-Hai tanta fantasia…”
“-E’ proprio perchè sono piccola. E poi non riesco a prender sonno senza una storia”.
“-E come la inizio?”
“-Come iniziano tutte le storie, nonno. Comincia con … C’era una volta”.
Il nonno la guardò ed i suoi occhi colmi di esperienza penetrarono, con uno sguardo, nelle pupille azzurre della nipotina ed improvvisamente l’iride formò orbite stellari mentre la vecchiaia lasciò il posto all’intrattenimento.
“-C’era una volta…” -cominciò il nonno.
“C’era una volta una giovane principessa che abitava in un castello meraviglioso. A lei piaceva la sua stanza, i suoi giocattoli, la cucina di Mastro Cuoco e specialmente quei buonissimi biscotti al cioccolato che le preparava per colazione. La giovane principessa Asia, abitava da sola, perchè il re e la regina erano andati in guerra contro il più feroce dei draghi, Furendal.”
“-Ma nonno, che razza di nome è Furendal per un drago?”
“-E come dovrebbe chiamarsi?”
“-Furia o Titano o…”
“-Beh, cara mia, hai voluto la storia del nonno? Il mio drago si chiama Furendal”.
La bambina sorrise, muovendo le gambe, sotto le coperte.
“Questo Furendal era un vero mostro, uno di quei draghi che sputavano fuoco e incendiavano i villaggi, distruggendo le case e rovinando il raccolto nei campi. Il popolo, insomma, era in preda al panico e serviva l’aiuto dell’esercito del re e della regina per uccidere il drago. La principessa sarebbe dovuta andare con loro, perché secondo le regole del regno, la figlia reale non poteva abbandonare i propri genitori. Ma il re, che era un uomo saggio, non poteva mettere in pericolo la vita di sua figlia, perciò la lasciò con la servitù di corte e lei, all’inizio, era felice.”
“-Come poteva essere felice senza la sua mamma e il suo papà?”
“-Erano altri tempi, piccola mia”.
“-E poi?”
” E poi, un giorno, la principessa si affacciò al balcone e vide un principe che cavalcava un cavallo bianco”
“-Ma poi i suoi genitori tornarono?”
“-Vuoi proprio sapere come continua la storia?”
“-Sì, certo!”.
“-Bene”.
“Su un cavallo bianco, dicevo. La principessa non aveva mai visto un ragazzo così bello. Nel castello c’era solo Gustavo, suo cugino di tre anni più anziano, ma era solamente un fedele compagno di giochi, in assenza dei suoi genitori”.
Il giovane ragazzo vide la principessa e le parlò:
“-Chiedo scusa gentile donzella: ha visto, per caso, un drago feroce passare da queste parti?”
Con il viso rosso della timidezza, la principessa rispose:
“-Mio padre, il re e mia madre, la regina di queste terre, sono andati a combattere e sconfiggere Furendal. Il drago di qui non è passato”.
“-Saprebbe indicarmi la via della vittoria?”
La ragazza non sapendo la risposta rientrò in casa dedicandosi ai libri riposti accuratamente in biblioteca, l’enorme biblioteca con i suoi numerosi volumi impolverati e antichi.
Il giorno dopo il cavaliere tornò sotto il balcone.
“-Le chiedo scusa umilmente. Io voglio metter fine a tutta questa ondata di malvagità che Furendal, il drago, sta portando nelle nostre terre sacre. Saprebbe indicarmi la via della vittoria?”
La Principessa Asia rispose candidamente: “Cavaliere, il drago vive nelle montagne più alte della catena delle nevi. Buona fortuna!”.
Il Cavaliere salì a cavallo, ma si fermò perché la principessa lo richiamò lanciandogli una coperta di lana e dicendogli: “Torna da me, mio prode cavaliere”!
Il cavaliere si sistemò il cappello e partì verso le montagne.
Dopo tanto cavalcare egli incontrò il drago feroce, lo sconfisse, ma quando lo vide morto si rese conto di aver sprecato tempo e fatica inutilmente.
Tornò al castello della giovane e bella Principessa per riportarle la coperta di lana. La chiamò:
“-Chiedo scusa disse alla principessa affacciata al balcone che lo aspettava trepidamente. Ho sconfitto il drago Furendal e mi sento sconfitto. Ho raggiunto il mio obiettivo, ma sento di aver perso qualcosa. Saprebbe indicarmi la via della vittoria?”
Ella sorrise e rispose:
“-La via della vittoria, mio prode Cavaliere, è correre fino a questa stanza del castello e stringere questa piccola principessa tra le sue braccia.”
La bambina, a letto, si era teneramente addormentata. Il nonno smise di raccontare la storia, mentre le rimboccava le coperte sussurrandole dolcemente qualcosa riguardo alla sua famiglia, ed i suoi amici.
Ma noi siamo solo osservatori di questa storia affascinante, ricordandoci che i pensieri sussurrati non vanno diffusi.