“Virgulti di Ghiaccio di Giuseppe Politi: un messaggio di speranza per i giovani!”: di Mariagrazia Toscano
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“Virgulti di Ghiaccio di Giuseppe Politi: un messaggio di speranza per i giovani!”: di Mariagrazia Toscano

“Non ho inteso d’insegnar nulla… ma d’imparar qualcosa!” (G. Politi).


Giuseppe Politi è nato a Novoli (Lecce) l’11 febbraio 1946 e vive a Lecce.
Di formazione classico- romantica, non si prelude l’introspezione e l’interesse sul mondo moderno e sul
quotidiano vivere sociale.
L’obiettivo di questo romanzo è puntato, in particolare sul segmento giovanile che, insieme ai temi
sull’infanzia e sulla donna, egli ha sempre prediletto.
Ha scritto anche Ho provocato un Santo, un verosimile colloquio con San Pompilio Maria Pirrotti delle
Scuole Pie, edito da Minigraf Editrice, Campi Salentina, Lecce, nel 2004.
E’ autore di molte commedie per il teatro in vernacolo ed in lingua.
Il volume finemente rilegato, dall’accattivante copertina, racchiuso in 200 pagine, con la prefazione di
Mario De Marco, è un piccolo, grande scrigno da leggere e custodire gelosamente in libreria.
Leggendo attentamente il suo libro di facile lettura e ricco di contenuto, noto che vi è una freschezza di stile
e trasparenza di pensiero che albergano esclusivamente in chi come lui, crede fermamente nei valori della
vita che manifesta offrendo a piene mani ai suoi lettori delle sensazioni mai provate.
Egli trasferisce abilmente su carta le proprie emozioni e passioni, un atto di generosità dello stesso nei
confronti di chi legge impossessandosene fino a farne nutrimento per la propria mente, anima e cuore.
“Virgulti Di Ghiaccio” è un titolo emblematico, sicuramente simbolico, allusivo. I virgulti della pianta sono
teneri e fragili, ma rappresentano pure la vitalità, la rigenerazione, la continuità della vita. Il ghiaccio
raggela, fa morire, fa appassire e distrugge; e raggelati sono i giovani che hanno attraversato ed
attraversano gli inferni delle tante droghe, della cocaina, dell’eroina, dell’ecstasy, degli allucinogeni d’ogni
tipo; figli di genitori senza più potestà; Figli di una Società che stenta a ritrovarsi (Mario De Marco).
La droga, infatti, rappresenta un male morale, essendo solo un duro espediente per isolarsi dalla dura
realtà attuale che per le sue problematiche sconvolge le menti più fragili, ovvero i Virgulti Di Ghiaccio. Un
sistema, quindi, che dopo aver permesso pochi attimi di felicità durante il famoso “viaggio” conduce
l’uomo ad una morte orribile, squallida.
Essa è un vero e proprio male psichico e morale, proprio perché viviamo in una società dove i veri principi e
valori umani sono stati dimenticati, dove l’uomo non rispetta né se stesso né tanto meno gli altri ed il
benessere dilagante odierno è la causa di tanti mali, purtroppo lì dove tanto la sua eccessiva presenza
quanto la sua totale assenza, rende la vita difficile. L’una e l’altra situazione provocano sfiducia in se stessi e
quindi conseguente rifiuto in quegli individui più deboli che smarriscono “la retta via”.
Attualmente, è proprio la parola “uomo” che sembra priva di ogni valore; il progresso tecnologico ha
influenzato i rapporti umani, sociali ed economici, creando la società del benessere dove egli potrebbe se
solo volesse, distruggere il mondo intero.
La “polverina magica”, rende sterile l’esistenza che è esente da “viaggi”, che di vero hanno solo la morte
che procede lenta ed inesorabile, dopo una lunga agonia, lì dove la vita è rappresentata dai valori umani che ciascuno con i propri mezzi, ha il dovere di ricercare per se stesso e che renderebbe più piacevole,
perché più autentica, qualsiasi sensazione.
L’autore, consapevole di tutto questo, compie un’attenta analisi che ha richiesto ben quattro anni di studio
sul flagello della tossicodipendenza, intervistando nelle varie comunità, giovani in disagio, psicologi e
psicoanalisti, che prediligono il graduale recupero attraverso la riscoperta di sé e dei propri mezzi.
La storia, avvincente sin dall’inizio, è quella di una famiglia alle prese con un problema angosciante, come
quello della droga, raccontata con una trama intrigante, quasi un giallo- poliziesco in cui i personaggi
principali Albert e Sarah, rappresentano nella loro essenza, la vittima del vizio e l’amore eroico che sarà
mezzo di redenzione.
Politi, ci offre una lettura polivalente che spazia dalla scrupolosa ricognizione nel mondo della droga, allo
scandaglio socio – culturale della Società odierna, indagando i meandri della psiche di chi si è perduto nel
tunnel della droga.
E’ un’analisi profonda ed a volte, impietosa dell’uomo odierno che, è vittima ed artefice di tanti negativi
miraggi, aberrazioni, violenze e facili miti; ingredienti, questi, che uniti alla spasmodica ricerca del successo,
del denaro, del potere e dell’efficientismo, generano violenza verso se stessi ed il prossimo.
Egli, che crede fermamente nella diginità dell’uomo, nell’amore, nell’affetto e nell’amicizia, come unico
rimedio capace di redimere pienamente il sofferente, l’emarginato, l’alcolizzato, il tossicodipendente, ecc.,
rifiutando l’esistenza contrassegnata dall’egoismo, dall’incomunicabilità, dall’indifferenza e dal perbenismo,
facendosi pure samaritano delle altrui sofferenze, sollecita la società, la scuola, il governo, la famiglia e la
chiesa ad un impegno costante nel favorire lo sviluppo di “tutti i giovani virgulti” del mondo con l’augurio
sincero che sappiano restare sempre verdi e rigogliosi nel cuore, nell’animo.