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Paesaggi Possibili: Arte e Scienza alla Ricerca della Memoria Vesuviana

today28 Aprile 2025 3

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“Pensammo di plasmare il Vesuvio, ma fu il Vesuvio a plasmare noi”

Spesso si tende a considerare le discipline come compartimenti stagni, ciascuna con un proprio ambito di applicazione. Tuttavia, la storia, l’archeologia, l’antropologia, la botanica e la vulcanologia dialogano tra loro, intrecciandosi inevitabilmente nell’analisi dei fenomeni che studiano. I legami tra queste materie emergono in maniera spontanea, e solo attraverso uno sguardo attento e approfondito è possibile rivelarli. Questa premessa si rivela essenziale per comprendere il background del documentario Paesaggi Possibili, un progetto artistico imbevuto di scienza, realizzato da Claudio Rodolfo Salerno, direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Il documentario nasce come un’indagine visiva e sonora sul territorio vesuviano, frutto di un lavoro di relazioni condiviso con le popolazioni che lo abitano.

Attraverso molteplici interventi, il progetto ha esplorato luoghi abbandonati, edifici consumati dal tempo e ruderi in cui il passato sembra essersi cristallizzato. La regia di Claudio Rodolfo Salerno restituisce un’opera di quarantacinque minuti che fonde arte e scienza in un viaggio visivo e sonoro. Alla base del docufilm vi è il testo L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano, curato dallo stesso direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Questo volume raccoglie osservazioni e riflessioni sull’evoluzione, naturale e antropica, del paesaggio vesuviano, prendendo come riferimento l’eruzione del 79 d.C., i cui effetti si estesero su un’area molto vasta.

Le prime riflessioni sulla realizzazione del testo risalgono al 2017 e si sono sviluppate in un contesto di dialogo tra studiosi, artisti e ricercatori, culminando nel ciclo di conferenze Dialoghi sul Paesaggio Vesuviano del 2019. Paesaggi Possibili rappresenta l’estensione visiva e sonora di questa ricerca, poiché vi sono scenari in cui le parole non bastano: servono immagini, suoni e voci per restituire l’anima dei luoghi esplorati.

Il progetto è un work in progress che continua a indagare spazi carichi di memoria e di tracce di vita vissuta. Ambienti domestici, botteghe abbandonate, oggetti quotidiani ormai consumati dal tempo: ogni dettaglio restituisce la presenza dell’uomo e il fluire della storia. Il documentario restituisce la dimensione estetica della fragilità, in un dialogo continuo tra luce e materia, dove il paesaggio abbandonato si rivela attraverso il gioco mutevole delle ombre e delle luci naturali. L’alba svela lentamente i contorni delle rovine, mentre il tramonto amplifica i dettagli, ridando voce a ciò che è stato.

Ma in questo processo di riscoperta si insinua una tensione: la modernizzazione, che spesso minaccia di svuotare i luoghi della loro memoria originaria. La ricerca si interroga su questa fragilità e sul rischio di perdere l’identità di un paesaggio in continua trasformazione.

Il team artistico e scientifico

Il docufilm è il risultato di un lavoro congiunto di artisti e professionisti:

· Raffaele Riccardi – video editor

· Lino Monaco e Nicola Buono – Vesuvian Soundscape

· Stefano Piancastelli – fotografo

· Anita Pagano – performative voice

· Dario Macellaro, Luigi Buffone e Ilaria Cotarella – project management e media

· Con i contributi artistici di Stefania Sabatino, Felix Policastro, Paola Ricciardi e Gabriele Pierro

I docenti intervistati all’interno del docufilm sono:

· Giuseppe Luongo – vulcanologo

· Massimo Ricciardi – botanico

· Luciana Jacobelli – archeologa

· Maria Rosaria Senatore – paleo-sedimentologa

Le interviste integrali sono disponibili nella rubrica Interdisciplinary Scientific Magazine sul sito alkve.it

Presentazione ufficiale

In occasione della presentazione di Paesaggi Possibili, interverranno:

· Saluti istituzionali: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

· Nicola Caputo – Assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Campania;

· Aldo Vella – Architetto, fondatore della rivista Quaderni Vesuviani;

· Raffaele De Luca – Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio;

· Antonio Varone – Direzione Generale Archeologia presso il Ministero della Cultura, già Direttore dell’Ufficio Scavi di Pompei

· Giuseppe Luongo – Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse – Università degli Studi di Napoli “Federico II”, già Direttore dell’Osservatorio Vesuviano

· Claudio Salerno – Presidente dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali

Paesaggi Possibili raccoglie narrazioni scientifiche, artistiche e letterarie che costituiscono la base della pubblicazione L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano. Lectio magistralis, interviste, reading, azioni artistiche, creazioni di sound specific e momenti di socializzazione con la popolazione si intrecciano nel docufilm, invitando a una riflessione sul rapporto tra memoria, spazio e identità.

Visitare questi luoghi significa immergersi in un tempo sospeso, tra fragilità e resistenza. Un’antica torre campanaria, un terrazzo affacciato sul mare, una casa in rovina: ogni spazio conserva la sua storia, intrecciando il passato con il presente. L’arte, in questo scenario, si fa filo invisibile che ricuce i luoghi alla memoria collettiva. Ogni intervento è destinato a scomparire, ma viene immortalato in una documentazione video e fotografica che ne preserva il significato.

Ecco alcune delle opere presenti nel docufilm:

Fatti d’acqua

Dedicato al fotografo Gabriele Pierro, il lavoro esplora un antico paesaggio vesuviano accompagnato dal suono di un temporale. L’installazione multischermo combina immagini e suoni per raccontare il mondo antico attraverso compluvium e impluvium. Pierro amava fotografarli sotto la pioggia, affascinato dal suono dell’acqua che riecheggiava nel tempo. “Fatti d’acqua” restituisce alla memoria il suo lavoro e la sua sensibilità artistica.

La religione copre il paesaggio

Un viaggio visivo ed emotivo nella processione della Madonna della Neve a Torre Annunziata, protettrice dei pescatori. Il lavoro non celebra il rito, ma ne

racconta l’impatto emotivo e umano. Tra volti intensi, gesti rubati e abiti kitsch, si intrecciano religiosità e tradizione popolare. Il paesaggio marino osserva silenzioso, mentre la Madonna si alterna come figura materna con le tante donne che partecipano a questa sceneggiatura di fede e devozione.

Le Vie Aperte

Installazione site-specific nelle zone marinaresche, esplora la connessione tra il paese e il porto attraverso rampe simboliche. Questi passaggi rappresentano la scelta tra ascesa e discesa, tra passato e futuro. Il pescatore diventa Glauco, figura mitologica e metafora della memoria e del cambiamento. Il Mar Mediterraneo è il fulcro dell’identità, testimone della perdita della memoria collettiva. Immagini in bianco e nero, del celebre fotografo Stefano Piancastelli, restituiscono un realismo spontaneo e profondo, catturando l’anima del luogo.

Il docufilm sarà presentato nel pomeriggio del 9 maggio all’Istituto Italiano per gli studi filosofici al Palazzo Serra di Cassano a Napoli. L’incontro sarà moderato da Luigi Buffone, Project Management- Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali.

Scritto da: Martina Farina

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