Salerno: domenica 7 luglio manifestazione per la pace del “Fronte del Dissenso”
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Salerno: domenica 7 luglio manifestazione per la pace del “Fronte del Dissenso”

Domenica 7 Luglio, alle 17h.30m, presso la Casa del Volontariato in via Patella, 2 ( altezza Corso Vittorio Emanuele) a Salerno il Coordinamento Internazionale “Stop Third World War” e il Fronte del Dissenso Campania terranno l’assemblea regionale del F.d.D. in vista dell’assemblea nazionale del movimento e della marcia per la Pace di Assisi del Settembre prossimo. Temi portanti dell’incontro saranno le tesi congressuali su Diritti sociali e civili, Immigrazione e Ambiente ( vedi allegati) e l’analisi della situazione geopolitica ( vedi documento sulla guerra) e sui conflitti in corso .

Da questa serrata analisi e dal suo impianto argomentativo scaturisce la campagna del Fronte del Dissenso e del Coordinamento Internazionale per una ferma, corale e partecipata manifestazione contro la guerra che dia un chiaro segnale al Governo per evitare il coinvolgimento dell’Italia nel conflitto contro la Russia, al seguito dell’apparato mediatico-militare USA-UE -NATO ed esprima la crescente preoccupazione del popolo italiano per gli sviluppi sempre più inquietanti che si registrano. Ad una prima fase dei lavori, legata all’illustrazione dei temi per l’assemblea nazionale e all’elezione dei delegati, seguirà prontamente relazione e dibattito sulla guerra e una concreta proposta per il nostro territorio.

 

Coordinamento “Stop Third World War”- Fronte del Dissenso Campania

 

Referente: Nello De Bellis ( 339/6412408)

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LA TERZA GUERRA MONDIALE

Cosa è e che fare per fermarla

di Fronte del Dissenso (BOZZA)

«Prima che la scintilla arrivi alla dinamite, bisogno tagliare il filo che brucia»

Walter Benjamin

Per un attimo, a causa del crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, sembrò che gli Stati Uniti

d’America fossero finalmente assurti a indiscussa potenza universale. Fu solo un attimo fuggente,

che tuttavia gli U.S.A. utilizzarono al massimo grado sia per potenziare le alleanze geopolitiche coi

loro stati vassalli e/o clienti (via NATO anzitutto), sia per soggiogare, con sanguinose guerre

d’aggressione o per procura, colpi di stato e operazioni sotto falsa bandiera, nazioni recalcitranti e

popoli ribelli. Il “Progetto per un Nuovo Secolo Americano” nacque morto. L’epoca storica segnata

dall’espansione globale del capitalismo non solo non ha smentito, ha anzi ribadito nella maniera

più devastante due leggi storiche: i conflitti, siano essi sociali che tra potenze, sono permanenti; le

fasi di pace non sono che tregue tra un conflitto e un altro. Due le conseguenze: non è mai esistito

né mai potrà esistere un ordine unipolare , ovvero il predominio mondiale di una grande potenza;

un mondo in irenica e perpetua concordia è un’utopia.

Che il predominio dell’imperialismo americano sia al tramonto, che sul lungo periodo i rapporti di

forza siano sfavorevoli a Washington, non deve indurre nell’errore di sottovalutare la sua

straordinaria potenza. Gli U.S.A. restano la principale potenza, economica, tecnologica, scientifica

e militare. Gli USA sono usciti rafforzati alla crisi finanziaria dei subprime, anche a scapito

dell’Unione europea — nel 2008 il Pil europeo e statunitense erano simili, mentre ora il primo

arriva a soli due terzi del secondo. Mentre i “magnifici sette” tecnologici americani (Alphabet,

Amazon, Apple, Microsoft, Meta, Nvidia, Tesla) dominano il mondo, il cartello finanziario

composto da BlackRock, State Street e Vanguard è il più potente della storia del capitalismo. A

questo si debbono aggiungere il possesso dell’esercito più potente del mondo (dispiegato in ogni

angolo del pianeta, unico ad essere dotato di un arsenale onnicomprensivo, forgiato in un secolo

di guerre), quindi la più potente alleanza militare della storia umana (nel quadrante occidentale la

NATO, in quello orientale Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Australia e Nuova Zelanda).

La Prima Guerra Mondiale iniziò davvero nel luglio del 1914? O non è forse vero che cominciò due

anni prima con le Guerre Balcaniche? E la seconda non venne forse innescata nel 1937 con

l’invasione giapponese della Cina e in Europa con la guerra civile spagnola nel 1936? La Terza

Guerra Mondiale non deve avvenire, è già in corso. Ci siamo dentro da almeno un decennio, sin da

quando a Washington decisero di armare e spingere l’Ucraina contro la Russia, quindi di sostenere

il riarmo in grande stile della NATO e Israele a Occidente, di Giappone, Corea del Sud e Taiwan

contro la Cina e la Corea del Nord. Davanti all’incapacità di cavalcare la globalizzazione e

all’impossibilità di continuare a trarne vantaggi comparativi, il centro di direzione strategica nord-

americano decise infatti di attraversare il Rubicone oltre il quale la guerra generale senza limiti e di

lunga durata sarebbe diventata inevitabile. Una guerra generale preventiva per non dare tempo ai

nemici, Cina in primis, di attrezzarsi alla bisogna, impedendo che prendesse definitiva forma

un’alleanza strategica tra Cina, Russia e il cosiddetto “Sud Globale”. La profonda fratturazione

interna degli Stati Uniti, il rischio che sfoci in una vera e propria guerra civile, sommata alla

tendenza alla disgregazione dell’Unione europea, sono fattori che hanno affrettato e rafforzato la

decisione di andare allo scontro frontale.

 

Una guerra generale senza limiti e di lunga durata potrebbe sfociare in un conflitto nucleare

definitivo che sarebbe la tomba dell’umanità, quindi dello stesso blocco imperialista capeggiato

dagli U.S.A., anche ove questi ultimi sferrassero il First Strike. Ma al Pentagono non pensano

affatto di agire come Sansone, che fece crollare l’abitazione in cui si trovava con tutti i filistei,

provocando oltre alla loro morte anche la propria. No, gli strateghi a Washington, convinti che la

guerra sia la via più sicura per imporre la Pax Americana, decisi a sfruttare la loro attuale

superiorità militare, vogliono trascinare i nemici in un conflitto imponente ma pur sempre

“convenzionale”, ove per “convenzionale” è da intendere guerra totale su diversi quadranti

mondiali, ma condotta sui multipli piani: terrestre, transoceanico, sottomarino, aereo, spaziale e

cyberspaziale. Sbaglia chi esclude, a causa dei rischi di una escalation termonucleare definitiva,

una guerra convenzionale totale e quindi considera che la sola forma possibile di guerra sia la

guerra ibrida (politica, ideologica, economica, finanziaria, mediatica, tecno-scientifica, cybernetica)

per destabilizzare e indebolire i nemici dall’interno senza sferrare attacchi militari frontali. L’una

forma non esclude l’altra. La guerra in atto, ove i guerrafondai imperialisti non retrocedano, sarà

lotta di annientamento, e annientamento implica la decapitazione politica del nemico, che ottieni

solo distruggendo le sue capacità militari, occupando manu militari il suo spazio territoriale vitale.

È ancora possibile fermare la Terza Guerra Mondiale? Sì ove si riuscisse ad obbligare gli imperialisti

a fare retro marcia, affinché accettino un ordine mondiale multipolare o meglio, multilaterale, in

cui non solo le grandi potenze non si sentano esistenzialmente minacciate, ma le diverse nazioni

possano pienamente esercitare il loro diritto all’autodeterminazione. Il rischio che dall’attuale

conflitto emerga non un ordine multilaterale ma un sistema imperialistico policentrico esiste

effettivamente. Non lo si impedisce stando alla finestra ma trasformando le resistenze popolari e

nazionali in attori di primo piano. Non si obbliga Washington a fare dietro front con i sermoni, ma

cambiando i rapporti di forza, indebolendo il loro blocco imperialistico, inceppando la loro

micidiale macchina politica e bellica. Mentre Stati- potenza come Russia e Cina si difenderanno

con ogni mezzo, mentre le nazioni dovranno lottare per non soccombere, un ruolo fondamentale

spetta alle resistenze popolari che saranno necessariamente multiformi e variegate . Pe noi che

viviamo e lottiamo entro il campo imperialistico la lotta è politica, l’assoluta priorità è la

costruzione di un movimento di massa per la pace. Ciò implica nei diversi paesi la costruzione di

una rete capillare di comitati locali di base che siano in grado di mettere in moto una duratura e

tenace resistenza popolare. Per questo c’è bisogno di un movimento che riesca ad attivare

cittadini anche di diverso orientamento ideologico ma uniti nella comune difesa della pace e della

democrazia.

Aspetto, oltre la pace, quello della difesa della democrazia, decisivo poiché man mano che le

tensioni e le turbolenze internazionali e interne si intensificheranno, aumenterà la possibilità di

svolte autoritarie. Le élite dominanti non esiteranno, per condurre i diversi paesi in guerra e

portarsi dietro i popoli (già oggi contro la Russia), a militarizzare le società, fino a dichiarare lo

Stato d’eccezione sospendendo gli stessi ordinamenti costituzionali. Queste élites agitano lo

spauracchio del fascismo ma sono proprio esse la più grande ed eversiva minaccia, il principale

nemico del popolo lavoratore e della democrazia. Il pericolo di precipitare in una dittatura

militare e di sorveglianza cibernetica non viene dal basso bensì dall’alto, da chi oggi comanda e

ricorre alla guerra come extrema ratio per restare al potere e difendere la traballante supremazia

dell’Occidente Collettivo.

 

 

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Il Fronte del Dissenso e la questione ambientale versione approvata 12 marzo

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[5/7, 18:43] Carmine DE NARDO: Domenica 7 Luglio, alle 17h.30m, presso la Casa del Volontariato in via Patella, 2 ( altezza Corso Vittorio Emanuele) a Salerno il Coordinamento Internazionale “Stop Third World War” e il Fronte del Dissenso Campania terranno l’assemblea regionale del F.d.D. in vista dell’assemblea nazionale del movimento e della marcia per la Pace di Assisi del Settembre prossimo. Temi portanti dell’incontro saranno le tesi congressuali su Diritti sociali e civili, Immigrazione e Ambiente ( vedi allegati) e l’analisi della situazione geopolitica ( vedi documento sulla guerra) e sui conflitti in corso .

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