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EBOLI : D.U.P. 2025/2027. PARTE SECONDA : i dati statistici. di Gerardo Rosania 

today11 Marzo 2025

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EBOLI : D.U.P. 2025/2027. PARTE SECONDA : i dati statistici. di Gerardo Rosania

 

Come ho provato a dire un D.U.P. di un Comune parte dall’ inquadramento del contesto nel quale il Comune stesso è inserito, dal punto di vista territoriale, sociale ed economico.

Dal punto di vista territoriale Eboli è inserito nelle Piana del Sele ( la parte bassa di uno dei fiumi più importanti della Campania, che storicamente comprende 11 comuni che al 31/12/2023 contavano una popolazione di 180.176 persone.)

Una area che comprende zona collinare ( ricca di storia, culture,tradizioni) ; zona agricola ( decisamente una delle realtà agricole più importanti dell’intero mezzogiorno con produzioni agroalimentari e florovivaistiche apprezzate in tutto il.mondo); zona costiera ( che si colloca come cerniera fra la costiera Amalfitana e quella Cilentana. Queste ultime sicuramente più apprezzate sotto l’aspetto paesaggistico , a cui la costa del Sele può contrapporre la disponibilità di spazio , che altrove non c’è, e un patrimonio storico unico.).

Nel territorio della Piana si collocano arre industriali che , messe insieme, costituirebbero una delle aree industriali più grandi del Mezzogiorno d’Italia.

 

Occorrerebbe , quindi, che tutta questa area ” camminasse ” insieme.

Si dotasse di strumenti di programmazione ( il P.U.C. che tutti stanno elaborando in questi mesi) coordinati.

Da anni chiediamo una conferenza programmatica dei Comuni della Piana del Sele.

Non mi è sembrato di coglierne traccia nel D.U.P. di Eboli, città che naturalmente sarebbe vocata a promuovere questo appuntamento.

 

La popolazione di Eboli, dice la apposita tabella riportata nel DUP al 31/12/2023 e 37.581 abitanti , con un aumento di 70 unità ( mi permetto di suggerire, al fine di sviluppare la riflessione politica su dati condivisi:

A) di verificare bene i dati riportati in tabella rispetto alle fonti;

B) di rendere coerenti i dati riportati nelle diverse tabelle.

Comunque , ad ogni buon conto , proverò a ragionare sui dati riportati nel DUP).

 

Si arresta, quindi, ed addirittura si evince un inizio di inversione di tendenza rispetto al calo demografico della nostra città iniziato nel 2018. Dalla stampa si apprende che, nel 2024 , questa tendenza si sarebbe consolidata in modo netto.

È un dato senz’altro positivo. Sul quale , però , occorrerebbe indagare per comprenderlo.

 

A tal fine, cosa ci dicono i dati ?

1) il saldo naturale , cioè il rapporto fra nati nel 2023 e deceduti nello stesso anno è negativo :

Nati : 348;

Morti : 368 ;

Quindi l’aumento della popolazione non è dovuto ad una ripresa a ” fare figli” . ( È un dato nazionale certo, ma è un dato che obbligherebbe anche le singole realtà territoriali ad aprire una riflessione! Nel DUP di Eboli non la colgo!).

 

Le motivazioni della crescita demografica , quindi, vanno cercate altrove. Vanno cercate nel saldo migratorio:

Nel 2023 arrivano ad Eboli 1048 persone, ne vanno via 958 .

 

Un dato questo che indice , necessariamente, a due tipi di constatazioni :

1) la città di Eboli è quella della Piana con la maggiore presenza di immigrati: nel 2023 rappresentano il 13,2% della popolazione ( Battipaglia si ferma all’ 8,95% ; Pontecagnano sta al 3,75% ; Capaccio sta al 12% e Bellizzi al 6,6%.) .

In definitiva Eboli , Senza il prezioso apporto degli immigrati sarebbe ridotto a poco più di 32.500 abitanti con tutte le ricadute negative relative.

Ne vogliamo discutere in termini di politici di inclusione ad ampio spettro?

 

2) la città di Eboli è soggetta ad un flusso di emigrazione ( che interessa soprattutto le fasce giovanili) estremamente forte.

Nel 2023 il.fenimeno emigratorio ha interessato, come visto, 958 persone . Ossia il 2,55% della popolazione presente al 31/12/2022. Nel 2005 quella percentuale era del 1,67% , nel 2010 era del 2,05% , nel 2015 stavamo al 1,88% .

Siamo, di fatto, ai livelli immediato dopoguerra .

Ne vogliamo parlare? È un fenomeno che deve preoccuparci o no?Vogliamo capire, tutti insieme , come fronteggiarlo?

 

Il quadro sociale presentato nel D.U.P. è completato da altre statistiche di estremo interesse:

 

A) Indice di vecchiaia ossia quanti ultra sessantacinquenni risiedono per ogni 100 giovani.

2002 : 78,7;

2021: 136,5;

2022: 139,1;

2023: 144,1;

2024: 147,2;

 

Ossia nel 2022 c’erano 78,7 ultrasessantacinquenni per ogni 100 giovani, nel 2024 il rapporto è letteralmente invertito : 147,2 ultrasessantacinquenni ogni 100 giovani.

 

Un invecchiamento della popolazione evidentemente .

Infatti se si guardano i dati della età media della popolazione , si rileva che nel 2002 l’età media degli Ebolitano era di 37,7 anni , nel 2021 passiamo a 43,2 anni , e in un crescendo inesorabile, nel 2024 l’età media risulta di 43,9 anni.

 

Il dato è confermato dalla percentuale di incidenza dei giovani fino a 14 anni sul totale della popolazione .

 

Nel 2002 era del 16,5%

Nel 2024 siamo al 13.6%.

 

E qui va fatta, necessariamente, una ulteriore riflessione :

Il dato di Eboli è meno netto rispetto ad altre città della Piana benché nel 2002 stessero tutte sullo stesso livello li( nel 2024 a Battipaglia i giovani fino a 14 anni rappresentano il 13% della popolazione, come a Capaccio, a Pontecagnano sono il 13,5%).

Cosa è che rende meno clamoroso il calo della presenza Giovanile nella popolazione ebolitana?

Ancora una volta la risposta va cercata nella presenza degli immigrati!

 

A biamo visto che la percentuale di immigrati sulla popolazione cittadina ,nel 2023, risulta del 13,2%, ma nella fascia di età fino a 14 anni questa percentuale sale al 16,5% ; se poi consideriamo la percentuale calcolata sui nati nel 2023 essa sale addirittura al 20,4%.

 

La popolazione ebolitana invecchia , ma meno evidentemente di altre realtà grazie alla ” mitigazione ” del processo imposto dagli immigrati.

 

Questi dati, ci riportano ad alcuni temi che non possono essere più sottovalutati :

 

1) la necessità di una azione di governo cittadino attenta alle necessità di una popolazione sempre più anziana , che non può essere considerata come una sorta di ” zavorra” o come un ” problema” !

 

2) la necessità di una azione di governo cittadino tesa a fronteggiare il fenomeno drammatico della emigrazione , soprattutto, giovanile e che consenta alle nuove generazioni di poter restare nella propria città.

 

3) la necessità di una azione di governo cittadino che assuma tra le priorità le politiche di inclusione .

 

Ma proseguiamo con i dati statistici che ci consegnano una situazione sempre più preoccupante:

 

1) Indice di dipendenza strutturale ( per ogni 100 persone che lavorano quante sono quelle che non lavorano!)

 

2002: 45,6;

2021: 48,7;

2023: 49,5;

2024: 50,5.

Non credo che ci sia neanche bisogno di commento: aumenta il peso delle persone che non lavorano e fra il

2021 ed il 2024 l’incremento è particolarmente forte.

 

2) Indice di ricambio della popolazione attiva ( il rapporto.fra i lavoratori in procinto di pensionamento ( 60/64 anni) e quelli che stanno per entrare nel mondo del lavoro ( 15/19 anni). Più il dato è superiore a 100 e più la popolazione lavoratrice è anziana.

2002 : 67,0;

2021 : 121,0;

2022: 128,8;

2023: 134,2;

2024: 134,0.

 

C’è un segnale positivo nell’ultimo anno, su cui occorre aprire la discussione per capire, sapendo che il dato di Eboli è , comunque , il migliore di gran parte dei comunicarvi della Piana :

Battipaglia sta a 149,0 ( con una riduzione più marcata rispetto al 2023);

Pontecagnano sta a 152,3;

Capaccio sta a 142,4.

Sbaglierò ma anche qua il dato è condizionato dalla presenza degli.immigrati.

 

3) indice di struttura della popolazione attiva ( il rapporto fra la popolazione attiva dai 40 ai 64 anni e quella dai 15 ai 39.anni):

2002 : 76,6;

2024 : 126,8;

Risulta evidente un invecchiamento della popolazione attiva.

 

Infine un trattamento parte merita la tabella sul reddito medio dichiarato pro- capite.

( Anche qua mi permetto di suggerire di verificare bene i valori riportati nella tabella.

La matematica non è una opinione , e la divisione è una delle 4 operazioni basilari . Se fai la divisione e non ti trovi evidentemente qualcosa non va! Diciamo, inoltre , che il valore che rende noto da ” il sole 24ore ” sulla base dei dati M.E.F. si trova con la divisione che occorre fare!)

Il dato reale del reddito pro- capite è di euro 16.029,3 .

Un dato , come già rilevato dallla analisi di Sinistra Italiana , che è più basso di quello provinciale, regionale e nazionale .

Io aggiungerei che è anche più basso dei grandi comuni della Piana:

Battipaglia sta a 17.496;

Pontecagnano sta a 16.087.

Ma la cosa che , in realtà deve preoccupare non è tanto il dato assoluto, bensì il dato relativo alla crescita del reddito pro capite.

Eboli dal 202o al 2021 cresce del 3,5% e dal 2021 al 2022 cresce del 3,8%;

 

Battipaglia cresce rispettivamente del 3,6% % e del 5%;

Pontecagnano cresce rispettivamente del 4,6% e del 4,9%.

Ma anche Capaccio e Bellizzi presentano tassi di crescita superiori

Rispettivamente + 6,5% e + 6,7% e ancora + 4,6% e + 4,4% .

 

In altri termini su tutti gli 11 comuni della Piana del Sele, mentre abbiamo il terzo reddito medio pro capite dichiarato siamo all’ultimo posto.per quanto riguarda il tasso di crescita.

 

C’è un ulteriore dato, riportato nel DUP, che indica una situazione non certo rosea per quanto riguarda la ricchezza della città di Eboli:

 

Il 56,28% dei dichiaranti denuncia un reddito non superiore a 15.000 euro;

Il 40,88% si colloca fra i 15.000 e i 50.000 euro;

Il 2,29% denuncia un reddito fra i 50.000 ed i 100.000;

Lo 0,55% si colloca sopra i 100.000 euro di reddito.

 

Segnali quelli sopra riportati non certo entusiasmanti.

 

Infine , particolarmente interessante è il dato relativo al volume d’affari suddiviso per settore di attività.

Quel la tabella ci dice che ad Eboli il settore principale in termini di valore del volume di affari è quello del commercio ( 632.432.553 euro prodotto d 627 partite IVA.) .

Subito dopo c’è la agricoltura ( di cui ad Eboli città non si parla neanche più!) con un volume di affari di oltre 450 milioni di euro , prodotto da 504 partite IVA .

Un dato quest’ultimo su cui davvero riflettere per chiedersi dove va il reddito prodotto dalle grandi aziende agrarie venute dal nord e che hanno colonizzato, nel silenzio colpevole della politica locale, il nostro territorio.

 

Questi, quindi, i dati , che disegnano la complessità ed anche le situazioni di preoccupazione della realtà ebolitana.

 

Il DUP ha tenuto conto realmente di questo quadro?

Le scelte ivi indicate sono idonee a fronteggiare questa situazione?

 

Io ho dei dubbi.

 

Ma questo sarà argomento della terza parte di questa riflessione. Quella relativa al ” merito” del contenuto del DUP di Eboli 2025/2027.

Scritto da: Marco Naponiello

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