++ VIETATO INVERTIRE IL SENSO DI MARCIA ++
Pubblichiamo una piccata nota dell’uomo politico ebolitano postata ieri sul noto social Facebook, in risposta alle note stampa delle opposizioni inerenti la ritrovata quadratura del cerchio all’interno della Maggioranza del sindaco di Eboli Mario Conte.
Il giudizio della sinistra ebolitana sull’azione politica ed amministrativa della maggioranza di governo, offerto a mani basse in quest’ultimi tempi, è frutto di una visone distorta della realtà, appannata da risentimenti personali, voglia di rivalsa e ricerca di un ruolo, egocentrismo e, solo in minima parte, da dissensi su singoli atti amministrativi, seppur marginali o venati da interessi particolari rimasti insoddisfatti, che, tuttavia, nulla aggiungono o tolgono a quanto di buono è stato fatto e sta facendo l’Amministrazione Conte.
Non c’è da stupirsi, dunque, sapevamo che non avrebbero retto troppo a lungo prima di dispiegare la loro carica distruttiva sull’avversario di sempre, mai tollerato, il cui consenso è buono solo se messo al servizio delle loro ambizioni.
Scopriamo adesso che per loro il ‘qui ed ora’ di Mario Conte era da intendersi alla lettera, per comodamente asserire che nulla è stato fatto dopo 36 mesi di amministrazione.
Ma che bravi, verrebbe da dire, che acume, che capacità di analisi e di critica, che visione.
Di proposte, invece, neanche a parlarne. Se ne avanzassero anche una sola finirebbero per darne della stessa quattro diverse e contrastanti versioni, per poi litigare e tornare a dividersi.
Per ora, quindi, meglio alzare la voce ed indignarsi per le tensioni nella maggioranza, confidando che la storia si ripeta.
In verità, gli è già andata bene una volta, solo che ad Eboli è bastato ed avanzato.
L’avversione, infatti, non è l’unico elemento che li tiene uniti.
Condividono tre disastri che insieme, una quarantina, inclusi amici e parenti premiati con varie cariche (guai però a tacciar loro di familismo !!!), hanno prodotto in un decennio al governo della città: il peggior P.R.G. di Eboli, quello di De Lucia, che ha ingessato una città fermando le lancette del progresso al 1999, mentre tutti gli altri comuni confinanti crescevano e si sviluppavano; gli espropri proletari dei terreni dell’area PIP, poi costati dieci volte tanto agli ebolitani provocando il dissesto del comune ed il fallimento delle imprese, e la peggiore opera pubblica di sempre, quella che ha sfregiato irrimediabilmente Piazza della Repubblica.
Tre episodi simbolo della loro chiusura al confronto e della loro autoesaltazione collettiva. Tre medaglie della Eboli migliore secondo loro, tre delle pagine peggiori della nostra città per il 99,9% degli ebolitani.
Non stupisce, dunque, la loro cecità, né il giudizio immotivato sull’Amministrazione Conte che ne è la logica conseguenza.
Non serve ricordare loro che l’onestà e la serietà non sono sufficienti per amministrare una città di 40mila abitanti, ma che senza non si può amministrare neanche un condominio.
Non serve ricordare loro da dove siamo partiti tre anni fa, la crisi sociale ed economica quasi irreversibile di Eboli, il disastro dei conti pubblici e delle società partecipate, le opere pubbliche ferme al palo, e poi la programmazione ed il lavoro messo in campo, gli incontri nei quartieri, il confronto con imprese, associazioni e cittadini, il coraggio di affrontare e sciogliere nodi irrisolti della nostra città, abilmente nascosti da diversi lustri per interessi che è meglio non commentare.
Non serve far notare che un edificio nuovo si costruisce dalle fondamenta, dai muri portanti e dal tetto, mentre loro chiedono cucine firmate, mobili di lusso in salotto e porcellana nei bagni.
Non serve rammentare i debiti mai onorati e solo ora saldati, le liti pendenti finalmente chiuse e le condanne ai risarcimenti per milioni di euro cui si è fatto fronte in questi 36 mesi di governo.
Non serve richiamare il coraggio dimostrato nell’opporsi a scelte scellerate della Regione e del Governo, le lotte condotte in perfetta solitudine, e men che meno ricordare di averla avuta vinta, come avvenuto a difesa del nostro ospedale, che ha rischato la chiusura per avvantaggiuare quello di Battipaglia, e con lo stop alla bretella Eboli-Agropoli che avrebbe fatto scempio di centinaia di aziende agricole.
Non serve ricordare loro neanche che da che mondo è mondo, non solo nei Comuni, le maggioranze litigano e, a volte, si dividono, e che una seduta del Consiglio comunale può saltare per il dissenso di un gruppo consiliare (episodi sempre da condannare), ma che questo non significa che l’attività amministrativa si arresti e subisca ritardi.
Ma è giusto ricordare loro, per riportarli alla realtà, che per dissidi nella maggioranza cadono anche i Governi, a volte per molto meno, come per le famose 35 ore di Bertinotti, con tutto ciò che poi ne è scaturito.
Non è servito neanche invitare al dialogo e aprirsi al confronto, come pure richiesto, ma evidentemente solo per salvare la faccia.
Nulla serve con loro, come a nulla, forse, servono loro, se non cambiano radicalmente se stessi, vittime consapevoli della sindrome del Divieto di Inversione a U.
Non sanno e non vogliono cambiare, perché non accettano di non essere i migliori.
La somma di personalismi, vendette e rivendicazioni è effettivamente una svolta per Eboli, solo che nella migliore delle ipotesi li condurrà in un vicolo cieco, nella peggiore sarà il trampolino di vecchi personaggi di cui la Eboli migliore farebbe volentieri a meno.
Felicitazioni e complimenti cara sinistra ebolitana, continua così, in entrambi i casi Eboli NON te ne sarà grata.
PS: ai ‘cugini’ stretti della sinistra ebolitana (quelli che hanno condiviso in pieno i tre disastri sopra ricordati, ma ora fanno finta di non saperne nulla e danno lezioni) che preferirebbero il mio tacere, voglio dire che parlo e parlerò ancora. Sono un libero cittadino, prima che un amministratore, un socialista convinto che pensiero e parole sono il sale della democrazia, sistema di governo verso il quale il comunismo provava una certa allergia e che, nonostante il passare del tempo, qualche post o ex comunista evidentemente ancora non riesce a curare.
#MarioConteSindaco