Intervista a Lucia Santimone: “Salviamo la chiesa della Madonna di Loreto di Eboli”; di Gerardo Pecci e Carmine De Nardo.
Lucia Santimone nata ad Eboli il 15.09.57, laureata in giurisprudenza, ha lavorato presso il Credito Artigiano di Milano e presso la BCC di Battipaglia. Coinvolta da qualche anno nella “missione” di Italia Nostra , coltiva i suoi interessi per tutto ciò che rappresenta il bene comune, esprimendo al meglio le sue passioni per il territorio e la sua vocazione per i bisogni degli altri.
Ci può parlare di Italia Nostra?
Italia Nostra è una famosa associazione che opera da circa 70 anni. Un volontariato culturale che diffonde nel nostro paese la cultura della conservazione del patrimonio e la tutela di tutti i beni culturali artistici e naturali, materiali e immateriali presenti sul territorio nazionale. La mia partecipazione a Italia Nostra mi ha consentito di portare avanti diversi progetti. Tra questi quello di “Minore”.
Cos’è il progetto “Minore”?
“Minore” nasce dalla necessità di mettere in pratica i principi ispiratori della convenzione di Faro (Portogallo). E’ un progetto realizzato con il finanziamento di € 498.000 concesso dal ministero del lavoro e dalle politiche sociali. Sono 35 le sezioni di Italia Nostra che hanno aderito, suddivise in 19 regioni. Tra queste anche quella di Salerno a cui, noi del territorio di Eboli, facciamo riferimento. Si chiama “Minore” perchè si pone come obiettivo un intervento di restauro per la tutela e la valorizzazione di quel patrimonio culturale locale specifico di un territorio, lontano dai flussi turistici noti e che non fa parte di quell’insieme di monumenti e di beni che possiamo definire più importanti, ma che si identificano con le collettività che sono nate intorno.
Perchè è stata scelta la chiesetta della Madonna di Loreto?
Le sezioni che hanno aderito al progetto, che è partito a giugno scorso, hanno potuto adottare un bene minore da recuperare e da valorizzare. Noi abbiamo scelto la chiesa della Madonna di Loreto perchè in passato era già stata oggetto di attenzioni da parte di attivisti e storici dell’arte per l’importanza degli affreschi che custodisce, molti dei quali fortemente danneggiati. L’antico luogo sacro, un tempo sostenuto dalla generosità dei cittadini, tra cui Olimpia Troiano, benefattrice e mecenate, versava in uno stato di completo abbandono con il tetto parzialmente sfasciato, le mura rovinate e l’area circostante invasa da rifiuti e sterpaglie.
Cos’è la convenzione di Faro?
La Convenzione Europea di Faro, adottata nel 2005, riconosce che l’eredità culturale non è solo un bene da preservare, ma anche uno strumento per rafforzare il legame tra le persone e il loro territorio. Essa garantisce a ogni individuo il diritto di partecipare alla vita culturale, in linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In questo spirito, la Comunità Patrimoniale di Eboli, nata il 7 gennaio 2025, denominata “Faro per fare” si propone come un esempio di volontariato e cittadinanza attiva per dare valore e cura al patrimonio locale. Infatti la convenzione di Faro è una carta di valori che raggiunge il suo obiettivo solo quando nasce una comunità patrimoniale attiva sul territorio.
Cos’è la comunità patrimoniale di Eboli “Faro per fare”?
Da un’idea di Italia Nostra, la comunità patrimoniale di Eboli, dal nome significativo “Faro per Fare”, si propone di tutelare il patrimonio culturale del territorio, promuovendo la coesione sociale e la responsabilità condivisa verso i luoghi di vita della comunità.
Quali sono gli obiettivi che vorrete raggiungere?
Grazie al progetto “Minore” è tornata in auge la chiesa della Madonna di Loreto. Stiamo lavorando attraverso varie iniziative per riportarla allo spendore di una volta. Se anche l’area dove è ubicata ( nei pressi del Santuario dei Santi Cosma e Damiano) verrà recuperata per intero, potremo avere uno spendido parco all’interno della città, a beneficio della cittadinanza e del turismo.