Sindacato Inquilini Casa e Territorio – aderente alla Cisl
9° Congresso Nazionale – 29/30 aprile 2022
DOCUMENTO CONCLUSIVO
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Il 9°Congresso Nazionale del SICET assume le analisi e le proposte della relazione della Segreteria
nazionale, integrate con i contributi emersi dal dibattito, ed impegna gli organismi dirigenti nazionali
e le strutture regionali e territoriali a promuoverne e attuarne la proposta politica e il progetto
organizzativo secondo gli indirizzi riassunti nel presente documento conclusivo.
Sul versante della casa si è assistito negli anni, a tutti i livelli istituzionali, ad un progressivo e
inesorabile abbandono di politiche pubbliche indirizzate a soddisfare una sempre più ampia domanda
abitativa economicamente e socialmente in forte difficoltà.
L’assenza di una azione pubblica efficacie e, di fatto, la sua subordinazione agli obiettivi
speculativi della rendita immobiliare, ha determinato nel settore della locazione privata, attraverso la
liberalizzazione del mercato, lo smantellamento di un qualsivoglia sistema di protezione giuridiconormativa e di equilibrio contrattuale, mentre, nel comparto dell’edilizia residenziale pubblica, ne ha
sovvertito i profili e gli obiettivi di servizio attraverso la drastica modifica del sistema legislativo,
nazionale e regionale, di riferimento.
Il vuoto di politiche di spesa e di riforme che invece sarebbero necessarie per mettere in campo
una azione di contrasto ai crescenti problemi di alloggio, hanno impresso alla crisi abitativa una deriva
socialmente tragica.
In questo sciagurato modello vanno innanzitutto cercate le ragioni dell’attuale crisi abitativa, la
quale agisce in modo diffuso su tutto il territorio, non solo nelle grandi aree metropolitane,
aumentando i soggetti in condizioni di difficoltà e intensificando i processi polarizzazione sociale,
segregazione territoriale e di esclusione abitativa.
In tale contesto sempre di più l’attività sindacale sulla casa deve misurarsi – sotto il profilo della
rappresentanza e dell’affermazione di un sistema generale e inclusivo dei diritti – con l’aggravarsi di
un’emergenza abitativa derivante dall’evidente divario esistente tra una domanda sempre più estesa,
fortemente caratterizzata da persone e famiglie in condizioni sociali e reddituali deboli, e un’offerta
complessiva di alloggi del tutto insufficiente nel settore pubblico ed economicamente insostenibile
nel settore privato.
E’ necessario, dopo oltre vent’anni dall’approvazione della Legge 431/98 intervenire su tutto il
sistema normativo di riferimento, riformando prioritariamente la stessa legge 431/98 – assegnando
alla contrattazione sindacale un ruolo esclusivo nella determinazione e nel contenimento dei valori
locativi, introducendo una fiscalità di reale svantaggio per le condizioni contrattuali e immobiliari
maggiormente speculative, partendo dall’eliminazione della cedolare secca sui contratti liberi e
incrementando i vantaggi fiscali per gli inquilini. Si devono, inoltre, definire norme di riferimento
certe e costituzionalmente ineccepibili per la gestione dell’emergenza sfratti, redigere un programma
nazionale per l’incremento dell’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica, con le relative
risorse, una diversa definizione di alloggio quale servizio di interesse generale, sociale e non
economico, l’abbandono di qualsiasi piano di alienazione, valorizzazione, riduzione e diverso utilizzo
del patrimonio residenziale pubblico.
E questi sono solo alcuni degli interventi prioritari necessari per riuscire a stabilire un minimo di
riequilibrio sociale ed economico nel sistema abitativo.
Nulla di ciò è all’ordine del giorno del Governo e dei Ministeri competenti.
Dopo la temporanea sospensione dell’esecuzione degli sfratti per effetto dell’emergenza sanitaria,
si è tornati alla normale attività degli Ufficiali Giudiziari con centinaia di esecuzioni quotidiane e
famiglie, anche con minori, anziani o invalidi, messe in mezzo alla strada senza alcuna soluzione
alternativa e senza alcun strumento normativo che possa garantire il passaggio da casa a casa.
Anche il sensibile aumento dei fondi di sostegno alla locazione e per la morosità incolpevole, per
quanto opportuno e dovuto, è risultato privo di efficacia nel ridurre le difficoltà delle famiglie ed il
numero degli sfratti.
Per questo bene abbiamo fatto, insieme alle altre organizzazioni sindacali degli inquilini e alle
Confederazioni, a promuovere l’iniziativa di presidio nazionale a sostegno della piattaforma unitaria,
con l’obiettivo di rimettere al centro del dibattito politico e istituzionale i temi della casa e
dell’emergenza abitativa.
Si tratta ora di proseguire in modo coerente e unitario in questo percorso per provare a realizzare,
partendo dai territori, una mobilitazione diffusa per costruire, in tempi brevi e certi, una grande
manifestazione nazionale per il diritto alla casa e il diritto alla città.
È in questo difficile contesto ideologico e normativo che si inserisce il Piano Nazionale di Ripresa
e Resilienza (PNRR)
Le risorse attivate su tutto il sistema abitativo dal PNRR, dai PINQUA e dal Fondo
Complementare, costituiscono certamente un elemento di novità importante che richiederà una
grande attenzione nella sua applicazione concreta e nei suoi reali effetti sociali.
Osserviamo, però, che gli obiettivi dichiarati di tali interventi si collocano più dentro ad una
traiettoria di sostegno al settore edilizio, anziché in un programma di rilancio dell’edilizia residenziale
pubblica e di ampliamento dell’offerta sociale di abitazioni.
Le scelte e i progetti locali per la realizzazione di molti interventi, insieme alla definizione delle
priorità nella collocazione delle risorse, possono fare la differenza tra un’ipotetica gigantesca
manutenzione del patrimonio edilizio esistente, con qualche velleità di rigenerazione-riqualificazione
delle periferie urbane, e l’inizio di un processo virtuoso di ampliamento dell’offerta e salvaguardia
dell’edilizia residenziale pubblica, quest’ultima intesa come una ricchezza, un patrimonio di interesse
collettivo da difendere.
In totale distonia con la realtà, invece, si insiste a ricollocare complessivamente le politiche
pubbliche abitative all’interno del settore dell’housing sociale, abbandonando l’intervento
sovvenzionato diretto e cercando di realizzare, in alternativa, un’offerta alloggiativa a condizioni
semplicemente sottomercato.
Si prova ad assegnare a queste operazioni un’apparenza di socialità, assumendo, quale elemento
distintivo, l’esigenza di una risposta all’emergenza abitativa per quei settori del ceto medio entrati in
difficoltà per effetto della crisi economica e dell’incremento dei prezzi immobiliari. Settori che,
all’interno della generale domanda abitativa, particolarmente di quella nelle aree metropolitane, sono
quantitativamente marginali, poiché ormai stabilmente e strutturalmente integrati nella fascia sociale
economicamente in difficoltà.
Si continua, a tutti i livelli istituzionali, ad approvare norme e a perseguire scelte, per organizzare
un’offerta rivolta a segmenti di domanda marginali, da un punto di vista quantitativo, o irrilevanti,
immaginando condizioni d’offerta che non la realtà, soprattutto con il soddisfacimento dei bisogni
abitativi primari delle famiglie povere, non c’entrano nulla.
Dobbiamo ancora una volta ribadire che il problema è e resta quello di ampliare, costituire e
privilegiare un’offerta alloggiativa pubblica a canone sociale o, in alternativa, rendere praticabile
anche ai redditi più bassi il mercato privato della locazione.
La crescita esponenziale degli sfratti per morosità o per il mancato pagamento del mutuo,
l’impossibilità di affittare un alloggio privato a un prezzo accessibile o di ottenere una casa popolare
con modalità e tempi coerenti all’urgenza e alla necessità, l’assenza di risorse certe, sono indicatori
di una grave crisi abitativa e richiedono risposte tempestive ed efficaci
Sul tema della casa, invece, continuiamo ad assistere, a tutti i livelli istituzionali,
all’avvicendamento di scelte politiche e normative sbagliate nel merito, fallimentari negli effetti,
socialmente devastanti, eticamente e costituzionalmente discutibili.
Il quadro complessivo continua a consegnarci una situazione gravemente compromessa sia sul
versante dell’offerta sociale di abitazioni e della gestione dell’emergenza abitativa, sia per quanto
concerne l’efficienza e l’efficacia della gestione del patrimonio di Edilizia Pubblica, sia sugli aspetti
più propriamente connessi ai diritti di cittadinanza sociale di un’ampia fascia della popolazione.
Gli ex IACP, comunque denominati, devono garantire la funzione sociale della loro azione, il
recupero e la riqualificazione del patrimonio e l’incremento dell’offerta pubblica di alloggi. Per
questo Regioni e Governo devono assicurare le risorse economiche necessarie. Chiediamo con forza
che venga concessa agli Enti pubblici la proroga necessaria per consentire la realizzazione di tutti i
programmi presentati per la riqualificazione e il risparmio energetico del patrimonio.
Su questi temi abbiamo il compito di sviluppare la nostra azione di rappresentanza e di proposta
sindacale, rivendicando in ogni sede di confronto un radicale cambiamento del modello di riferimento
delle attuali politiche, attraverso una ridefinizione complessiva dell’impianto normativo di settore,
ripristinando la corretta funzione sociale dell’edilizia pubblica e un sistema più generale di welfare
abitativo fortemente sociale ed efficacie.
Per il SICET qualsiasi misura di politica abitativa non può prescindere, sotto il profilo
dell’efficacia, dal rifinanziamento di una politica d’offerta a canone sociale.
Serve un «piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica», finanziato strutturalmente nei
bilanci pubblici nazionale e regionali, finalizzato ad aumentare l’offerta accessibile e promuovere
inclusione sociale, garantire su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali di servizio e permettere
alle Regioni di gestire le competenze trasferite in materia di edilizia pubblica.
Servono nuove case, ma anche qualità abitativa e urbana, in una visione più completa di
sostenibilità dell’abitare, d’integrazione sociale e di cura del territorio e dell’ambiente, attraverso una
legge urbanistica di indirizzo che rafforzi gli strumenti di pianificazione, garantisca la dotazione di
aree per l’edilizia pubblica, fermi il consumo di suolo e recuperi l’enorme patrimonio inutilizzato.
Servono politiche pubbliche volte all’inclusione sociale, alla riqualificazione e rigenerazione dei
quartieri popolari e delle periferie urbane.
Il momento del dibattito congressuale ha proposto con forza ed inevitabilmente tutti gli
interrogativi sul senso e l’efficacia del nostro intervento, sulla nostra capacità di rappresentare e
tutelare le istanze di una domanda sociale abitativa sempre più negletta, trascurata dalla azione
politica e amministrativa di settore, considerata socialmente e quantitativamente marginale nel
dibattito sui diritti.
Invero queste sono domande che ci poniamo quotidianamente quando, presso i nostri recapiti, si
presentano decine di persone, di famiglie che ci raccontano della loro estrema difficoltà ad ottenere
o mantenere una condizione alloggiativa dignitosa e sicura.
Ci chiedono non già o non semplicemente di essere ascoltati e capiti, ma di essere difesi, di trovare
una soluzione al loro problema. Molte volte le risposte che riusciamo o non riusciamo a dare segnano
il confine tra la speranza e la disperazione.
È sul rapporto costante con i bisogni materiali delle persone, con le loro condizioni di vita che
costruiamo la nostra conoscenza, consolidiamo la nostra competenza sul merito, affiniamo le nostre
rivendicazioni sindacali. Ed è sulla conoscenza e sulle difficoltà di tutela che misuriamo le scelte
sbagliate, irrealistiche e socialmente sciagurate che, ad ogni livello, la politica persegue,
ostinatamente incurante della loro inefficacia, non già a risolvere, ma perfino a ridurre il disagio
abitativo delle famiglie.
Sono questi i luoghi e i momenti, prima ancora che gli ambiti consueti della discussione politica e
sindacale, nei quali rileviamo le contraddizioni che la crisi abitativa pone, comprendiamo come operi
sul tessuto sociale più debole, come lo sgretoli e lo impoverisca ulteriormente, come sovverta i diritti
trasformandoli in privilegi.
È innanzitutto nel nostro lavoro di ogni giorno che troviamo, quindi, le ragioni della nostra azione
di rappresentanza, le basi per svolgere una lettura coerente dei processi sociali nei quali siamo
immersi, troviamo gli spunti per comporre un’analisi puntuale e una proposta complessiva sui temi
della politica abitativa.
Non possiamo rinunciare a questo compito non solo per un motivo di “mission” sindacale o per
un’apodittica scelta di campo. Lo facciamo perché, insieme alla nostra competenza, è la migliore e
più giusta risposta di prospettiva che possiamo offrire alle persone e alle famiglie che a noi si
rivolgono per essere difese, per aiutarle a reclamare un loro sacrosanto diritto.
Una domanda sociale abitativa che, nonostante sia sempre più numerosa e disperata, nessuno vuole
realmente intercettare e rappresentare.
Per questo non possiamo e non dobbiamo rinunciare al tentativo di mettere al centro dell’iniziativa
e del dibattito politico, anche nel confronto sindacale con il Governo, il tema della casa, inteso come
diritto alla sicurezza e alla qualità abitativa in città inclusive e solidali, partendo dal punto di vista dei
soggetti socialmente ed economicamente più in difficoltà.
Sono questi i soggetti della nostra rappresentanza.
Approvato all’unanimità
Sindacato Inquilini Casa e Territorio – aderente alla Cisl
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SICET Nazionale – Via Napoleone III, 6 – 00185 Roma
06/4958701 – sito internet: www.sicet.it – email: [email protected] – pec: [email protected]
A tutte le strutture
Regionali e Territoriali
Al Consiglio Generale Nazionale
Al Collegio dei Sindaci Nazionale
Al Collegio dei Probiviri Nazionale
SICET
Roma, 6.5.2022
Prot.: 197
Oggetto: elezione organismi nazionali statutari
Documento conclusivo e O.d.G.
Si comunicano gli eletti al 9° Congresso nazionale per il rinnovo degli organismi
statutari, pertanto il Consiglio Generale Nazionale, il Collegio dei Sindaci ed il
Collegio dei Probiviri nazionale risultano così composti:
Consiglio Generale Nazionale
Eletti dal Congresso
1. Arellano Portocarrero Maria del Pilar
2. Assennato Angelo
3. Bertani Raffaella
4. Bistolfi Marco
5. Cetara Roberto
6. Cochis Fabio
7. Cragnolin Alessandra
8. D’Agostino Gaetano
9. De Falco Angelo
10.De Iulio Rosario
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11.Della Casa Gabriella
12.Delli Paoli Gennaro
13.Demartini Gian Paolo
14.Esposito Fabrizio
15.Fulvio Andrea
16.Gatti Mattia
17.Libanori Adriano
18.Locatelli Nicola
19.Manfredi Giacomo
20.Mantellini Alberto
21.Monosi Alessandro
22.Nicolosi Francesco
23.Oreggia Giulio
24.Paciello Alessandra
25.Paganini Eva
26.Pagni Roberto
27.Pastrello Giovanni
28.Pedullà Roberto
29.Pensato Simone
30.Pica Nicola
31.Pindozzi Guglielmo
32.Pistol Victoria
33.Pitzen Marco
34.Proietti Marco
35.Pujia Veronica
36.Racca Daniele
37.Rastelli Andrea
38.Relmi Francesco
39.Ripari Emanuela
40.Sabbatino Pietro
41.Santerini Gino
42.Vargiu Giorgio
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Segretari regionali
1. Amendola Alfonso
2. Angelini Antonio
3. Baralla Timoteo
4. Baratta Giovanni
5. Bernardini Gino
6. Cella Eugenia
7. Chiusano Carmine
8. Corraro Alberto
9. Ferro Santo
10. Gortani Giorgio
11. Rigucci Paolo
12. Salvetti Stefano
13. Scomparin Pietro
14. Spinelli Leopoldo
15. Taratufolo Roberto
16. Tognoni Fabio
Rappresentanti Regioni
1. Bertola Roberto
2. Cabrini Tiziano
3. Caliandro Massimo
4. Fontanini Manuela
5. Giacobbe Luca
6. Iovini Stefano
7. Kulca Alessandro
8. Manco Gerardo
9. Montesanto Lucio
10. Puliti Maddalena
11. Ronda Ermanno
12. Sacchetti Giulio
13. Salici Fabio
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Cooptati
1. Auriemma Matteo
2. Galassi Monica
Collegio nazionale dei Sindaci
Effettivi
1.Clocchiatti Alessandra
2.Olocco Rinaldo
3.Pandolfi Gino
Supplenti
4.Liberio Berardino
5.Lijoi Andrea
Collegio nazionale dei Probiviri
1. Bartolini Claudio
2. De Luca Stefano
3. Delucca Giovanni
4. Maida Nicola
5. Sammartino Ciro
Il Consiglio Generale nazionale riunitosi il 30 aprile a Riccione ha provveduto alla
elezione della Segreteria Nazionale e del Comitato Esecutivo Nazionale
Segreteria Nazionale
Fabrizio Esposito Segretario Generale
Monica Galassi Segretario Nazionale
Sindacato Inquilini Casa e Territorio – aderente alla Cisl
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06/4958701 – sito internet: www.sicet.it – email: [email protected] – pec: [email protected]
Comitato Esecutivo Nazionale
1. Amendola Alfonso
2. Angelini Antonio
3. Baratta Giovanni
4. Bertola Roberto
5. Cabrini Tiziano
6. Cella Eugenia
7. Chiusano Carmine
8. Esposito Fabrizio
9. Ferro Santo
10.Fulvio Andrea
11.Galassi Monica
12.Gatti Mattia
13.Gortani Giorgio
14.Pensato Simone
15.Proietti Marco
16.Relmi Francesco
17.Rigucci Paolo
18.Ronda Ermanno
19.Salvetti Stefano
20.Scomparin Pietro
21.Spinelli Leopoldo
22.Taratufolo Roberto
23.Tognoni Fabio
Si allega il documento conclusivo e l’Ordine del Giorno.
Un saluto.
Fabrizio Esposito
Segretario Generale