«Tanto tuonò che piovve». Così gli esponenti del gruppo Scafati Arancione in merito alle condanne a sindaco, giunta e consiglieri comunali con l’accusa di aver dichiarato il falso: «Non si tratta per niente di un fulmine a ciel sereno (come letto su qualche giornale locale), ma di una bufera che da lontano andava assestandosi sul Palazzo Mayer ormai da mesi. La vicenda è questa: a seguito di alcuni esposti giunti presso la Procura della Repubblica, già da tempo sarebbero partite indagini a tappeto sulle dichiarazioni fatte dai componenti dell’odierna amministrazione in fase di candidatura. Dichiarazioni, che, in sostanza, avrebbero negato alcuna ragione di incompatibilità o ineleggibilità dei candidati. Ebbene, è notizia delle ultime ore quella della notifica trasversale alla maggior parte dei consiglieri comunali, della maggioranza e dell’opposizione, nonché al sindaco ed alcuni componenti della giunta, di numerosi decreti penali di condanna, con i quali, in estrema sintesi, vi sarebbe stata la condanna al pagamento di migliaia di euro, proprio per aver dichiarato il falso in fase di candidatura. Nonostante ci sia già chi grida allo scandalo, mai come in questo momento ci sentiamo di essere garantisti e la ragione è molto semplice. Nelle ultime settimane siamo stati inondati da avvisi di pagamento e cartelle esattoriali relativi ad imposte e tasse talvolta già pagate, talvolta pretesi in maniera totalmente errata. Ci chiediamo, dunque, se alla base della documentazione oggetto delle indagini, almeno per alcune posizioni, non vi fossero gli stessi dati errati, con i quali stanno combattendo i cittadini scafatesi, i quali, per la loro erroneità, avrebbero potuto far emergere elementi di ineleggibilità, ancor prima che di incompatibilità, nella realtà inesistenti». Quindi la puntualizzazione: «Si intende, la nostra è una mera ipotesi, che potrebbe non trovare alcun riscontro, e sicuramente non troverà riscontro per quei casi in cui, ad esempio, si era perfettamente coscienti di avere un giudizio in corso contro l’Ente comunale, ma in attesa di avere una visione più limpida, ci sembra doveroso non giungere ad inutili conclusioni azzardate. Da parte nostra, dunque, riponiamo fiducia negli operatori della giustizia che nelle prossime settimane e mesi saranno impegnati a far luce su questa vicenda, anche, si spera, per tutelare la dignità della nostra città».
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