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OGGI N DIRETTA AL TGR (RAI 3) DELLE 14.00:
Il presidente di Coldiretti Salerno Vito Busillo sarà ospite degli studi Rai per raccontare l’iter che ha portato alla “consacrazione” della rucola della Piana del Sele igp. Appuntamento martedì 11 agosto alle ore 14, Tg3.
Con oltre 800 ettari di terreno, la rucola della piana del Sele di Salerno è pronta a irrompere sul mercato con il marchio IGP stravolgendo la top five dei prodotti a marchio simbolo del made in Italy. Ne parlerà domani in diretta negli studi RAI di Napoli, al Tgr Rai Campania delle ore 14.00, il presidente di Coldiretti Salerno del comitato promotore Vito Busillo.
L’IGP alla rucola della piana del Sele consente lo sbarco sul mercato di un prodotto a marchio europeo che vede la produzione di 400 milioni di chili in 430 aziende, di cui il 60% guidate da giovani con un forte valore di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. La rucola del Sele rappresenta il 73% della produzione nazionale, di cui il 40% finisce nei canali di vendita dell’export, con picchi nei mesi invernali. L’85% della produzione è assorbita dalla grande distribuzione italiana e straniera. Il fatturato (dati 2018) è di circa 680 milioni di euro, con circa 5 mila addetti diretti e 4 mila dell’indotto. L’areale di produzione dell’IGP vede coinvolti i territori di Eboli, Battaglia, Pontecagnano Faiano, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Bellizzi e Capaccio – Paestum.
“Ma le previsioni sono davvero entusiasmanti – ha spiegato Busillo – con una crescita che si stima intorno al 20%, come si evince dagli studi di Ismea pubblicati di recente sulle performance dei prodotti a marchio. Prevediamo pertanto che l’IGP spingerà il fatturato della nostra rucola a 850 milioni di euro, posizionandola al terzo posto tra i marchio, bandiere del made in Italy. A confortare la previsione di crescita è anche il trend del consumo della quarta gamma, che in Italia vede coinvolti circa 20 milioni di consumatori, con un incremento di 2 milioni l’anno”.
Nella “top five” italiana dei prodotti a marchio simbolo del made in Italy (fonte Ismea) si trova al primo posto il Grana Padano Dop con 1,3 milioni di euro di fatturato alla produzione. Segue il Parmigiano Reggiano Dop con 1,2 milioni. La Rucola IGP della piana del Sele è pronta a conquistare il terzo posto con una previsione ponderata di 850 milioni di euro, che precederà il Prosciutto di Parma Dop che fattura 816 milioni, l’Aceto Balsamico di Modena IGP con 381 milioni e infine, al sesto posto, la Mozzarella di Bufala Campana Dop con 372 milioni.
La Rucola IGP è frutto di un’agricoltura 4.0, di precisione, con l’impiego di microprocessori per irrigazione e raccolta, nonché tracciabilità totale del prodotto. È una produzione ad alta sostenibilità ambientale, con risparmio idrico, assenza di pesticidi, zero residui e crescita notevole produzione rucola “bio”. Rappresenta un valore nazionale, con una collaborazione efficace tra Nord e Sud, che mettono insieme logistica e produzione di qualità.
Ma la Rucola IGP si presenta anche come un vero e proprio “super food”. Ha proprietà antinfiammatorie, vista la presenza di calcio, magnesio e potassio. È un antiossidante e antitumorale, perché contiene beta-carotene, vitamina C, luteina e zeaxantina ma anche flavonoidi e isotiocianati come il sulforafano. È un prodotto antiage, grazie al calcio che aiuta a rinforzare la struttura delle unghie e delle ossa e la vitamina K svolge un’azione protettiva dell’apparato osseo. È ipocalorica con solo 25 calorie per 100 gr di alimento.
Fin dall’antica Roma è ritenuta un afrodisiaco, una sorta di “viagra naturale”. Plinio il Vecchio ne consigliava l’uso per curare la “pars corporis” ed è citata da Ovidio nel poema Ars Amatoria come “eruca salax”, letteralmente erba lussuriosa.
La rucola, infine, è consigliata per le donne in gravidanza, perché ricca di folati che trasformandosi in acido folico aiuta a prevenire le malformazioni fetali e la corretta crescita del bambino. In sintesi la rucola IGP della Campania è pronta a rappresentare un vero fenomeno sul mercato e negli stili alimentari sulle tavole di tutto il mondo.
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