Ma perché vegliare? C’è forse qualcosa per cui dobbiamo avere paura? Se fosse così, Gesù contraddirebbe se stesso, visto che entrando nel mondo Cristo dice: “Non abbiate paura”. La veglia non ha bisogno della sveglia: cioè, quando uno sta vegliando significa che non dorme, che non si è adagiato sulla poltrona assopendosi. L’uomo che veglia è l’uomo che vive ogni circostanza nella ricerca spassionata del suo significato. Quando parliamo ai bambini, diciamo spesso che a Gesù piace giocare a nascondino. Fintanto che abbiamo gli occhi coperti e stiamo contando, noi non vediamo la realtà, non vediamo i cespugli, non vediamo dove lui si sia nascosto. Ma poi arriviamo a 100. Suona la sveglia. Ci ridestiamo dal buio della tana e cominciamo a guardare le cose a noi note, gli angoli, gli alberi, i nascondigli, in modo diverso, come se fosse la prima volta che ci rendiamo conto della loro esistenza. Soltanto alla ricerca di Gesù che quando riusciamo a trovarlo alza le mani e si arrende, venendoci incontro. Ecco: il tempo dell’Avvento è una palestra perché ciascuno di noi impari a vegliare, impari a giocare a nascondino con Gesù, impari a guardare la realtà con occhi nuovi.
Chi veglia non ha bisogno della sveglia!
Buona Domenica di Avvento
Don Enzo Caponigro, Monsignore