ATTENTATI ED ESTORSIONI A BAR E LOCALI DI COLLIANO, CONTURSI E OLIVETO CITRA: 11 INDAGATI, 3 IN CARCERE
Cronaca Salerno e Provincia

ATTENTATI ED ESTORSIONI A BAR E LOCALI DI COLLIANO, CONTURSI E OLIVETO CITRA: 11 INDAGATI, 3 IN CARCERE

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Salerno, Avellino e Napoli, i carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, stanno eseguendo un provvedimento cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti di 11 indagati (3 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 6 con divieto di dimora nel Comune di residenza), accusati, a vario titolo, di “delitti contro il patrimonio, contro l’industria ed il commercio, contro la fede pubblica ed in materia di armi”.

Sono finiti in carcereScaglione Biagio, originario di Colliano di 57 anni; Raimo Gerardo, originario di Oliveto Citra di 55 anni; Ursi Gregorio, originario di San Gregorio Magno di 55 anni. Sono finiti agli arresti domiciliariRaimo Lorenzo, originario di Calabritto, di 74 anni; Simion Mirela, originario della Romania di 25 anni. E’ stato disposto il divieto di dimora per: Vuocolo Daniele, originario di Oliveto Citra di 38 anni; Falcone Sandro Gerardo (detto Dino), originario di Oliveto Citra di 41 anni; Esposito Gennaro, originario di Napoli di 43 anni; Esposito Gennaro, originario di Napoli di 43 anni; Ciaglia Sabato, originario di Battipaglia per 64 anni; Torsiello Mauro (detto Maurizio), originario di Colliano di 46 anni; Gizzi Marzo, originario di Oliveto Citra di 42 anni.

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 Il provvedimento si basa sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti dalla Compagnia Carabinieri di Eboli nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo e svolta a partire dal mese di gennaio 2017, denominata “Colorado”. L’indagine trae origine da una serie di attentati dinamitardi ai danni di attività commerciali ubicate nei Comuni di CollianoContursi Terme e Oliveto Citra, tra cui “Bar Colorado”, “Jadore Cafè” ed “Eden”. “Gli indagati – comunicano i carabinieri in una nota ufficiale – avevano ingente disponibilità di “bombe carta” artigianali caratterizzate da spiccata potenzialità lesiva, nonché di armi da sparo e munizioni. Figure di spicco sono risultate Scaglione Biagio (titolare del ristorante “Roma”), Simion Mirela, Raimo Gerardo Lorenzo ed Ursi Gregorio (titolare di Night Club) che, in concorso tra loro, realizzavano le azioni delittuose”. Tra esse, il tentativo di eliminare dal mercato il locale “Eden” per “assicurare l’egemonia commerciale al rivale “Cotton Club” di Ursi Gregorio, attraverso la collocazione degli ordigni assemblati in modo artigianale dal correo Raimo Gerardo”. Il canale di approvvigionamento delle bombe da usare negli attentati dinamitardi avveniva presso la rivendita di fuochi pirotecnici denominata “Fire Work’s”.

Inoltre sono stati documentati numerosi incontri tra lo Scaglione e Esposito a Colliano ed Oliveto Citra, finalizzati alla consegna di sostanza stupefacente del tipo hashishmarijuana e cocaina. Luogo di ritrovo erano l’esercizio commerciale di Falcone e il ristorante gestito dal figlio di Scaglione, da dove poi venivano cedute le dosi agli acquirenti della zona”. Sono emersi, poi, in capo al Vuocolo, “gravi indizi di colpevolezza circa la commissione di furti di cani di razza per rivenderli ad appassionati“. Infine, sono stati scoperti una serie di reati di “detenzione e spendita di denaro contraffatto da parte dello Scaglione e della compagna Simion: è stato infatti accertato come i due si fossero recati nell’avellinese per procurarsi denaro contraffatto per una somma pari ad 2 milioni e 200 mila euro, acquistandolo ad un prezzo pari al 21 – 22% del valore nominale della banconota di conio, che poi avrebbero rivenduto al 24 – 30% del citato valore a persone interessate all’acquisto. I riscontri della polizia, avvenuti anche con perquisizioni e sequestri, acclaravano che gli stessi Scaglione e Simion, in più occasioni, avevano speso banconote false in luoghi da loro stessi definiti come “sicuri”, come, ad esempio, alcuni distributori di carburante della zona ed aree di servizio”.

 

 

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