«Il percorso Covid per bambini e genitori è tutto da rifare».
Lo afferma Raffaele Albano, del coordinamento provinciale della Uil Medici, in merito all’organizzazione del percorso pediatrico per i casi di Coronavirus all’ospedale Ruggi di Salerno.
«La postazione di triage individuata nell’ambito del pronto soccorso dove effettuare la visita ed eventualmente il tampone e la successiva fase di osservazione in attesa della risposta per il Covid, sono del tutto inadeguate ad accogliere il bambino ed il genitore di accompagnamento, il dirigente medico ed il personale di comparto». La proposta è quella di «predisporre una struttura, rapidamente reperibile dopo i recenti interventi predisposti dalla Regione nel plesso Ruggi, in una postazione esterna da loro ampiamente identificata, in modo da offrire un ambiente capace di accogliere più piccoli pazienti nella fase di triage e di osservazione, di superare la commistione con i neonati che genera confusione gestionale ed organizzativa, di razionalizzare i tempi di sanificazione degli ambienti, superando la riprovevole circostanza di costringere i piccoli pazienti ed i loro familiari a lunghi periodi di attesa per la concomitanza di più richieste assistenziali».
Quanto alla fase 2 dell’emergenza Covid-19 e alla eventuale richiesta di prestazioni pediatriche di urgenza che richiedono percorsi assistenziali del tutto separati dalle aree Covid, Albano aggiunge: «Appare superficiale considerare il bambino meno interessato alla pandemia dato che le stesse autorità scientifiche, allo stato, non sono in grado di prevedere l’evoluzione epidemiologica della stessa. Dovrebbe, al contrario, essere interesse prioritario dell’azienda ospedaliera universitaria mettere in sicurezza il bambino ed propri familiari che si rivolgono all’ospedale». Poi l’appello al sindaco di Salerno:
«Si faccia carico di un intervento di sensibilizzazione nell’interesse esclusivo della comunità che rappresenta. L’opinione pubblica si mobiliti per superare l’inerzia operativa delle direzioni dell’azienda per tutelare i piccoli pazienti che sono il patrimonio futuro della nostra comunità».