L’ANPI nazionale è determinata a considerare che “la gravità della situazione attuale pone all’ordine del giorno la mobilitazione delle forze migliori della società per sconfiggere la pandemia, far rinascere il Paese, promuovere una democrazia più ampia e più forte. Si può così aprire una nuova fase della lotta antifascista e democratica, a partire dai principi fondamentali che hanno ispirato la Resistenza: la giustizia sociale, la libertà, la democrazia, la solidarietà, la pace”.
Pertanto, il 9 dicembre, che è la “Giornata internazionale ONU della lotta alla corruzione”, non ci potevamo esimere dal notare che in Italia la Corruzione, secondo alcune stime, ammonta a circa 60 miliardi di euro, cioè pari a circa la metà del budget della sanità, una vera e propria emergenza democratica se si pensa a quanto potrebbero essere utili queste risorse, sottratte allo Stato, per rispondere all’emergenza sanitaria e alla crisi sociale che ne deriva.
Né al livello della Piana del Sele siamo risparmiati da questa emergenza democratica, come emerso, non solo in dipendenza delle recenti notizie di stampa rilasciate dalla stessa Magistratura riguardo le indagini che hanno travolto recentemente sia la città Eboli che, pochi anni orsono, la città di Battipaglia, ma anche in dipendenza dello stesso allarme lanciato dal Prefetto di Salerno, quale organo di rappresentanza generale dello Stato sul territorio, durante l’audizione dello scorso ottobre in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, quando ha evidenziato che <accanto al fenomeno dell’infiltrazione dei clan nella compagine politica occorre evidenziare poi un problema che noi verifichiamo: cioè la sostanziale difficoltà da parte delle strutture amministrative e degli enti locali di esprimere compiutamente un corretto concetto di legalità dell’azione pubblica. Ciò deriva pure da cooptazione in alcuni Comuni dello stesso ceto dirigente, poco attento al rispetto delle regole o altre volte colluso esso stesso>.
Del resto il compianto presidente Sandro Pertini, partigiano di ferro, affermava che <Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza, quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. Dobbiamo difender la Republica anche dalla corruzione. La corruzione è una nemica della Repubblica, e quindi della Costituizone. I corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare loro solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti>.
E la Costituzione, i cui valori e principi ci onoriamo di difendere, “ora e sempre”, è chiara all’art 54: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”
9 dicembre 2020
il presiedente
Massimiliano Voza